La Contessa e la modella

anna_maria_helena_comtesse_de_noailles_by_ary_schefferNell’Inghilterra dell ‘800 l’eccentricità era la regola, basti pensare alla storia degli eremiti a noleggio, ma in genere vengono ricordate le bizzarrie dei maschietti mentre quelle delle signore sono un po’ trascurate, anche se ce ne sono diversi esempi, talvolta proprio fuori di testa, come la nobildonna Anna Maria Helena Coswell, meglio nota come Hélene, Contessa di Noailles (ca. 1826-1908), che aveva abitudini (e convinzioni) alquanto singolari.

Leggermente ipocondriaca, teneva una resta di cipolle fresche appesa in camera da letto per proteggerla dalle infezioni, convinta che il metano facesse bene alla salute faceva pascolare le mucche sotto le finestre aperte della sua residenza per riempirsi i polmoni del salubre aroma, si legava alla fronte calze di seta imbottite di pelo di scoiattolo per prevenire le rughe, mangiava quantità industriali di uova e aringhe per prevenire la bronchite, ogni anno svernava in Francia perché diceva che in Inghilterra il clima diventava malsano a causa delle foglie cadute (soprattutto le foglie delle querce)…

Tra le altre abitudini della madama da ricordare, quella di dormire sempre con una pistola carica sotto il cuscino, il bere vino porto -ma solo al tramonto e mescolato con un po’ di zucchero e di acqua piovana che faceva raccogliere sul tetto dai servitori, il mangiare solo cibo servito su piatti dietro uno schermo di seta alto più di un metro (e questo nessuno ha mai capito perché).

Maria Pasqua Abruzzesi di Ernest Hébert

Maria Pasqua

Comunque, la sua eccentricità più famosa ha a che fare con questo ritratto di giovane ragazza italiana, di Ernest Hébert, esposto al Salone di Parigi del 1863.  La Contessa apprezzò molto il dipinto ma non potè acquistarlo perché era già stato venduto (all’epoca imperversava la moda dell’italianismo e quadri del genere andavano a ruba).

Che fece allora Madame? Semplice: non potendo comprare il quadro, pensò bene di comprarsi la modella, Maria Pasqua Abruzzesi (o Abruzzeze), nata nel 1856 a Velletri, che aveva già posato per Hébert nel suo studio a Roma e che il padre (anch’esso modello), aveva portato a Parigi proprio sull’onda della moda dell’italianismo.

Dal momento che nonostante la giovane età si trattava di una modella semi-professionista che ad appena sei anni posava già per artisti come Hébert, Jalabert, Browne e Salles, il padre non ci andò leggero sul prezzo e chiese due sacchetti d’oro e nel contratto di adozione le specifiche clausole che Maria Pasqua 1) non avrebbe più dovuto posare per nessun artista e 2) sarebbe stata cresciuta nella religione cattolica.

Le clausole di cui sopra furono garantite e la Contessa allevò Maria Pasqua come una sua pari, e anche se le furono imposte regole e comportamenti un po’ curiosi, ad esempio le fu imposto di portare solo tuniche e abiti larghi che permettessero la circolazione dell’aria attorno al corpo, oppure doveva consumare latte e non tanto perché il latte fa bene, ma perché bere latte da bambini rende poi da adulti meno probabile finire ubriachi… Come si vede, niente di strano rispetto a quello che già faceva la signora a casa sua.

Per chiudere in bellezza, vorrei ricordare che nel testamento Madame des Noailles lasciò una grossa somma ad un istituto di orfane di uomini del clero (nessuna malizia, si parla di anglicani, non di cattolici) ma ad alcune condizioni: ognuna delle orfane doveva essere esaminata da frenologi per assicurarsi che fosse “ferma di spirito e coscienziosa“, nessuna doveva essere vaccinata e a tutte quelle sotto i 10 anni non doveva essere insegnato niente di matematica -a parte le tabelline.

immagine: dipinto di Ary Scheffer da Wikipedia Commons

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nella vita alle volte si è il gabbiano, altre volte la statua...
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